lunedì 31 dicembre 2007

dedica per il vecchio e per il nuovo anno agli ospiti di questo litweblog






A ROBERTO CAVALLERA SENZA IL CUI SOSTEGNO NULLA DI QUESTO ESISTEREBBE
-A FRANCA DAI MOLTI NOMI SEGRETI CHE TANTISSIMO HA RESO POSSIBILE
-A JEAN DE BREYNE OVUNQUE EGLI SI TROVI
-A GRETA ROSSO PER LA PASSIONE
-A MATINA STAMATAKIS PER LA GENEROSITA' FINO A QUEL MOMENTO IMPENSABILE SOTTO QUESTO CIELO-
AL FANTASMA WEBBICO DI DITLINDE-
A LAURA SILVESTRI OSPITE SEMPRE ATTESA E DESIDERATA
A QUEGLI OSPITI PREZIOSI CHE SONO I LETTORI


domenica 30 dicembre 2007

didascalia iconografica che riassume le puntate successive

giornalino di poesia assoluta


e se da qui

un'insussistente trascolorante

canto di uccelli in un nanosecondo tutto dissolvesse

in filastrocche della merendina lettere e sillabe seminali ritornando a

cantare sirene angeli nubi del cielo?

scholia in tragica


dallo spazio delle uccisioni e dei dolori alla festa dei colori.nietzsche la notte di san silvestro ricorda l'affermazione platonica che nulla di cio' che e' umano va preso troppo sul serio[...].Dove invece spazio coincide con movimento occorre tutto si fermi,il racconto non racconta altro che la sospensione di questo movimento non un'altra storia,l'altro da qualunque storia,questo il punto da cui tutto ripassa,si veda il sacrificio come espiazione ,come destino o come sostituzione di figure,il che apre spazi semmai a qualche commedia inedita[...]

didascalia iconografica che riassume le puntate precedenti






sabato 29 dicembre 2007

principio della sfracellatissima novella detta del cahier des fontaines


il nero della copertina di cartone un nero lucido qua opaca là nero specchio nero di balthus aveva riflettuto miriadi di leggiadrissime lascivie in numero innumero ma oltre quella cortina evanescente di fantasmi il quaderno proseguiva a matita ed inchiostro stilografico, con l'aspetto di un piccolo libro mastro incompleto, lasciato ad impolverarsi, per tutto il corso dell'anno tranne che d'estate, segnature di un iperlettore sperso in ipertesti, un iperletterato nell'esplorazione delle conseguenze letali delle ermeneutiche nominalistiche, tags e metatags proliferavano a sempre peggio o meglio definire il nulla








Franz von Stuck: Fauno con Nixe


principio di conversazione intorno alla sfracellatissima novella detta del quaderno delle fontane, di nostra signora delle fontane


un santuario delle acque che siamo noi.
l'etimo della parola poeta come lo ricostruisce g contini, strappi da being blue di w h gass, escursioni al santuario con l'universo dipinto sulle pareti... l'umidità profonda in cui scorrono fiumi segreti... un solo episodio ambientato altrove piuttosto che nel sito principale: trattasi di grafemi anch'essi di ascendenza fiamminga. Non che episodi ce ne siano, non succede nulla, non vi si racconta nulla, eppure tutto ciò che può essere pensato è un romanzo... una composizione a contrappunto discontinuo, la cui stesura continua ormai da anni, fra il sorgere ed il calare dell'estate... stringhe parecchio assottigliate di filologia cinese, philosophical strip in evidenza un mostro su uno scudo su cui tutto e gia' stato raccontato ed insieme l'improbabile figura alata che piero di cosimo mise nella sua allegoria







Piero di Cosimo: Allegoria

sillabario degli epigoni - strofa conclusiva


recedere regredire riaderire a questa stuoia al
pavimento al fondamento dove si estingue di ogni
saggezza il fondamento oscuro cui volge ogni dire di
buon proseguimento......]


appunti in tema di fonosimbolica, sotto forma di sgorbio


la prima seconda terza lettera la finale ed
ultima è la quarta che non si vede e non si sente
il suono è la quinta
la durata la sesta
la risonanza nel tempo la settima
la ripercussione fuori del tempo l'ottava








Franz von Stuck: Pan





trascrizione in forma preliminare e riepilogativa intorno ad un digesto del sillabario degli epigoni



aeschylus, sette contro tebe, venni a queste immagini di numi quando udii alla mia porta rumore di grandine - l'Arcade non sembra giunto a logorarsi in piccoli scontri o a far onta del suo lungo viaggio







Piero di Cosimo: Mito di Prometeo e di Epimeteo



mercoledì 26 dicembre 2007

conversazione a sfondo tematico (preludio alla strofa conclusiva del sillabario degli epigoni)


di un biglietto che è esploso un dispaccio deflagrato
un'epistola scoppiata
una lettera detonata
una mappa dilacerata una missiva fracassata
una colonna spezzata alle porte di tebe
un bambino ed una bambina che volano via a cavallo di un matita







Piero di Cosimo: Venere, Marte e Amore (partic.)



pieghe di ventaglio II


il vuoto. tutto quanto già scritto
a lume spento: in stringhe, in lacci, in routines, in trecce, in algoritmi
nello sciogliersi di una chioma
in un ricadere di vesti
in un rapimento definitivo.






Piero di Cosimo: Morte di Procri


domenica 23 dicembre 2007

Giornalino di poesia assoluta. Prolegomeno rococò #1


Dertritte grimm - demoiselles d' honneur - hommage à w s burroughs - di' a laura che l'amo - il biglietto che è esploso p.49 - succhiata attraverso i genitali perlacei donna su dalla sua grande doccia di sperma - anelli di diamanti spruzzano fuori da te - dovrebbe essere tenuto a mente - corpi eiaculati senza una copertina - questo va tenuto a memoria nel volo di questa voce nel fiotto stellato che solo il buio può svelare celandosi esso nella luce che lo nasconde flessuosissimamente amplessandosi movimenti innumeri di steli senza numero ondeggianti fruscio di frasche e fogliame serpi come collari di cigno e urobori dentro all’esistenza che è tutto uno spruzzare di schizzi e zampilli rifluire di lettere segni e suoni in sé stessi pseudonimi di vuoto e silenzio segue allegato






Immagine: Jean-Antoine Watteau, Il giudizio di Paride (partic.)

Testo da compostxt


Parafernalia


Di che blu e turchini s'azzurrasse acquerellandosi un niente di niente

E che rosa assente vi s'invocasse più che evocasse a
Che oro s'alludesse di luminose specie e macchie e lune e galassie e quali
Istruttive osservazioni- il cielo in una stanza e quante serenate a tanto cuore
A tanta fessa a tanto fallo tanta tetta e tanto culo per imenei quasi celestiali


II

Qui: altrove tutt'altro guarda quell'apertura che inonda di luce la stanza vuota, là si trova la quiete, dal vuoto dello spirito la luce, che è l'infanzia della tenebra, in un contrappunto ed un controcanto nell'unico contraltare
La stanza che da sé si canta e vuota splende, una stanza in cielo


III

Guardate nella stanza chiusa, la stanza vuota
Dove nasce la luce, abaco la parete un segno che sparisce
il corpo


IV

Sussiste un algoritmo- lieu nul, vi si decifrano sirventesi
Ancora da scrivere e la sommità ne fiorisce in cuspidi
Al sommo e alla radice dell'albero cosmico, quale luce vi balla
Eppur sta ferma ,a che velocità altrettale seme fluisce l'ora su
E giù per meandri tube gole condotti trombe lungo i rami tutti e foglia per foglia ed ogni foglio
Una parete ,una pagina che estinguendosi cresce su sé stessa
In una metrica smisurata, abaco il foglio ed il segno sul muro


V

La parete dentro la stanza
Un abaco la parete
Dentro la parete una danza
La stanza un abaco a venire libri d'ore ove
Dilettosamente finiscono i tempi in un niente
Di niente


VI

"ORDINA IMMEDIATAMENTE LA PARTENZA. SE LA
MORTE SI AVVICINA DECAPITATELA.":
epifania di uno sguardo
innamorandosene scorrendo il passo in un soffio sospeso un viso
un quadro mai visto la metrica inventata di un evento smisurato
il simulacro di un volto- da che iridi promanasse o in quali si
riflettesse il vuoto luminoso che seta fluttuasse in quale
tenebra ove si posassero ceneri e polvere donde sorgono fenici
ne resta un segno sul muro il volteggio d'una chimera:


VII

(il sublime è adesso)
il bianco al centro vuoto del foglio
di una parete di una tovaglia:
Ne irradiano incantazioni di là dall'acefalia sdoppiata ai
Lati e della piaga invisibile di amfortas dentro la
Parete invece un abaco un battito d'ala un soffio un passo
In sospeso qui ancora la morte e da che iridi emanasse il vuoto
Luminoso ed in quali si riflettesse la morte ancora qui
A tergo risuona il nome:
che pone termine alla morte- angeli proseguono e demoni
e maghe in un trasparire di seta un calare di tenebre su
sfarinarsi di gessi e tremolio di cere sussiste un algoritmo
-lieu nul l'opera è nel foglio ma il foglio non è nell'opera
abbozzo spaventevole essi stessi sui piedi seni sul
posto senza muoversi luogo nullo


VIII

Uno schizzo da paura seta che ricade
Nel vuoto del cosmo sorpresa senza veli fino
A quale azzurro essi stessi sui piedi seni dentro il foglio l'opera tutta
E il volteggio della chimera luogo nullo che estingue
Ogni scenario abaco di segni una musica vi giace le polveri
E le ceneri che trasvolano tornando fenici in vesti termine al
D'oro in vesti di fumo in vesti di luce in vesti di gloria fu
Effetto di matita su una bianca trama luminosa si da
Risultare invisibile sinuoso tratto di danza il volteggio
D'una chimera il guizzo d'una sirena un segno su un foglio la firma
Il nome, di colui che pone termine alla morte






Immagine: Anonimo cinese (epoca moderna)

Testo da compostxt




sabato 15 dicembre 2007

veneri e sgorbi


del venerare ed esercitare veneri nel tracciarsi di sgorbi per quale altare fumassero incensi che schizzasse spruzzasse sgorgasse per momenti brevissimi in cui si riassume tutto avvitandosi intorno ad un asse invisibile in suoni in spire in strofe festoni e ghirlande i libri riaperti sui nomi di pafo di citera di notre dame des fontaines







Hieronymus Bosch: Le tentazioni di Sant'Antonio (partic.)



conversazione a sfondo filmico


[pensiero per m.m.]


a lume spento schermo vuoto disse le parole del filosofo nello svanire dei titoli di coda datele un corpo datele un cervello si riaccendano nel buio colori e suoni e le sigle dell'inizio il gigante che l'abbracciò di spalle invisibile lo chiamarono cinema non finirà mai






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)



giovedì 13 dicembre 2007

brevissima notizia su franz k.


il mondo sta ancora rotolando ai suoi piedi senza prenderne consiglio - vide una dea in fondo al giardino, l'ultima dea, ma non si trattava di eris le discordia, l'ultima dea, ma della prossima, la dea della felicità, codici solamente sfogliati, neutralizzato o distrutto ogni dolore - la letteratura sono le parole, nient'altro che l'impiego di un linguaggio e vi si gioca tutto - appena il tempo di un breve riassunto, richiamo di ombre, di aspetti, l'inventario insomma, tutto è pieno di dei







Hieronymus Bosch: Dei sette peccati capitali e degli ultimi quattro avvenimenti


martedì 11 dicembre 2007

da ora queste stringhe


da ora stringhe dentro pagine il cui senso principale è dato dal titolo in omaggio alle recognitions di William Gaddis - il sillabario degli epigoni è un volume parzialmente conchiuso cui si possono aggiungere o togliere elementi, l'infelicità un lusso banale e mediocre - per altro cammino, per di qui accedere alle muse, alle grazie, alla progenie titanica di mnemosine le zone erogene che schizzeranno in cielo






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)



domenica 9 dicembre 2007

sillabario degli epigoni - pausa lettura


[sparire] [già fatto], certe profondità spumeggianti che più niente esiste, ultime parole di l.f. céline che morrà poche ore dopo averle scritte - luci di quale città svaniscono intorno a medea che fugge su un carro trainato da draghi, QUALE CITTA’ SVANISSE ALLO SGUARDO DEGLI EPIGONI finalmente un paese visionario di cui si sono le visioni, riappartenenza della storia alla favola, di questa alle filastrocche delle merendine






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)


mercoledì 5 dicembre 2007

sillabario degli epigoni, in due istanti, con piccola parafrasi da lewis carroll


questa compagnia irrenunciabile discreta e continua di linee punti e tratti. Già: tutto è pieno di dei - credette di vedere un argomento invece era un sentiero che si perdeva nel pieno delle indie denso e dell'universo nel vuoto immenso - qualcosa che non è modello né copia un tracciato sempre più sottile non lo si vede che qui